Da Tesla, Maxwell, Lord Kelvin, Thompson e molti altri abbiamo imparato che la luce si muove attraverso un mezzo chiamato etere. Unâonda che richiede un mezzo denso per propagarsi si chiama elastica o meccanica perchĂŠ si muove attraverso un mezzo elastico cioè con caratteristiche meccaniche.
Con lâavvento della teoria delle onde elettromagnetiche di Maxwell la fisica del diciannovesimo secolo postulava la presenza di un mezzo sottile ma solido che pervade lâuniverso e che consenta la formazione e la propagazione di onde trasversali: l’etere.
Michelson e Morley organizzarono e produssero un esperimento per verificare se lâetere esiste davvero. Ă un esperimento di interferenza di luce. Lâinterferenza si verifica quando due onde si sommano, formando unâonda risultante che può avere una maggiore, minore o uguale ampiezza. Lâinterferenza tra due onde può anche essere totalmente distruttiva annullando cosĂŹ completamente le due onde interferenti. La trattazione che segue è la teoria che sta alla base dell’esperimento. Se non si vuole esaminare questa parte di approfondimento potete visionare il video in fondo all’articolo, sicuramente di piĂš facile comprensione.
Unâonda che si muove lungo lâasse x è descritta da unâespressione che soddisfa lâequazione delle onde (equazione di DâAlembert):
Dove f è la funzione dâonda, v è la velocitĂ dellâonda. La soluzione dellâequazione è lâonda armonica descritta da questa formula:
Dove A è lâampiezza dellâonda, k è il fattore dâonda, Ď Ă¨ la pulsazione e Ď0 è la fase iniziale. Consideriamo 2 onde e le sommiamo (interferenza):  f=f1+f2.
Lâinterferenza è detta costruttiva quando
Îą2-Îą1=2nĎ
In questo caso lâampiezza sarĂ :
Lâinterferenza è invece distruttiva quando:
Îą2-Îą1=Ď+2nĎ
E in questo caso lâampiezza è:
Con strumenti specifici (ad esempio specchi di Fresnel) è possibile visualizzare lâinterferenza tra due onde coerenti che si manifestano con frange che sono zone illuminate alternate a zone oscure.
Un raggio di luce che fuoriesce dalla sorgente S viene in parte riflesso nello specchio mobile M1 e in parte trasmesso allo specchio fisso M2. I raggi di luce di ritorno di M1 e M2 colpiscono prima il separatore di raggi e quindi sono lanciati contro il rilevatore che è il fuoco della lente detta âsplitterâ. Il rilevatore riceve due raggi di luce coerenti che vengono trasportati dalla stessa sorgente. âCoerenteâ significa che questi raggi hanno lo stesso angolo di fase. Questi raggi, uno da M1 e un altro da M2, interferiscono o si sovrappongono, rinforzandosi o indebolendosi a vicenda, a seconda del percorso ottico che proviene dalle distanze AM1 e AM2.
Modificando opportunamente la distanza AM1, è possibile produrre in O (il rivelatore) frange di interferenza con un massimo o minimo di intensitĂ . Variando la distanza AM1 di Îť / 4 (essendo Îť la lunghezza dâonda del fascio di luce fuso) puoi passare da un minimo a un massimo. Una lente di compensazione viene utilizzata per produrre esattamente lo stesso percorso ottico nei due raggi.
Nel 1881 Michelson e Morley fecero un esperimento per esaminare se, cosĂŹ come il suono richiede un mezzo elastico (come aria o acqua o un mezzo solido), cosĂŹ faccia anche la luce richiedendo un mezzo elastico di propagazione detto etere.
Lâetere dovrebbe essere presente dappertutto, nello spazio, per permettere alla luce di raggiungere la Terra dalle stelle. Ciò implica che lo spazio non è vuoto: il vuoto è solo un vuoto dâaria ma non un vuoto assoluto.
Chiamiamo c la velocitĂ della luce nell’etere. Quando ti sposti verso il raggio di luce all’interno dellâetere fisso con una velocitĂ v misurerai la velocitĂ totale della luce c + v. Dâaltra parte, misurerai c-v quando ti muovi nello stesso verso del raggio di luce. Questa espressione è coerente con la normale relativitĂ galileiana e non considera invece la relativitĂ di Einstein.
Michelson e Morley pensavano che questo principio di relativitĂ Galileiana potesse essere usato per verificare se lâetere esiste. Essi pensarono che un interferometro potesse essere usato per valutare la variazione della frange di interferenza causata della velocitĂ della Terra. La loro idea era la seguente: quando metti un ramo dellâinterferometro nella direzione della velocitĂ periferica della Terra v e lâaltro ramo perpendicolare al primo, otterrai un disegno ben preciso delle frange di interferenza.
Quindi, ruotando lâinterferometro di 90 gradi, è possibile invertire i due rami dellâinterferometro. PoichĂŠ il percorso ottico cambia, anche le frange di interferenza dovrebbero cambiare.
Consideriamo il calcolo. I due rami dellâinterferometro, AM1 e AM2, hanno la stessa lunghezza. Il ramo AM2 viene ruotato nella direzione del movimento del laboratorio e relativamente all’etere cosmico. Quando consideriamo lâetere come immobile, fissato alle stelle, la direzione e lâentitĂ della velocitĂ terrestre v dovrebbero dipendere dall’ora del giorno e dal giorno dellâanno.
Secondo la legge S = v â t (dove S sta per spazio, v sta per velocitĂ , t rimane per tempo) del moto rettilineo uniforme, il raggio di luce che va da A a M2 richiede un tempo t = l / (c-v ). Per tornare da M2 ad A ci vuole un tempo t = l / (c + v). Il tempo totale per il ramo AM2 è
l è la lunghezza del segmento percorso dalla luce.
Il tempo t1 dellâaltro ramo (AM1) ha un valore diverso. In questo caso devi ricordare che durante il tempo t1 la Terra continua a muoversi. Quindi la traiettoria totale del raggio è triangolare. Mentre il raggio di luce si sposta da A a M1, lo specchio A si sposta nella direzione della velocitĂ della Terra. Questa distanza AAâ può essere calcolata prendendo in considerazione la velocitĂ v e il tempo t1 necessario affinchĂŠ la luce raggiunga M1 e torni ad Aâ.
Quindi hai AAâ= vt1. Il raggio di luce deve quindi percorrere la distanza AM1Aâ= 2AM1 con una velocitĂ c. Il tempo necessario sarĂ :
Il risultato sarĂ :
questi due raggi coerenti si sovrappongono nel punto O in un modo che dipende da t1 e t2. Quindi, quando si ruota lâinterferometro per portare il ramo AM1 nella direzione della velocitĂ del laboratorio e rispetto all’etere, t1 e t2 cambiano, quindi dovrebbe esserci una differenza di fase nei due raggi in O con un conseguente cambiamento delle frange di interferenza.
Ogni volta che lâesperimento di Michelson-Morley è stato ripetuto, in diverse ore del giorno e in diversi giorni dellâanno, ha sempre dato lo stesso risultato: nessun cambiamento di frange di interferenza.
Questo significa che la Terra è ferma.
Ovviamente, quando gli scienziati cercarono di spiegare questo risultato, nessuno immaginò che la Terra fosse immobile. Quindi, Einstein risolse il problema secondo la sua famosa affermazione sulla base della quale in seguito basò la sua teoria della relativitĂ . Egli postulò che la luce si muova con uguale velocitĂ c in tutte le direzioni e in tutti i diversi sistemi di riferimento. Inoltre, secondo Einstein, questa sarebbe la massima velocitĂ raggiungibile: un limite imbattibile che non può essere superato. Di conseguenza gli scienziati hanno affermato che lâetere, inteso come il mezzo meccanico in cui si muove la luce, non può esistere.
Dal momento però che ci sono particelle di materia sicuramente in grado di viaggiare piĂš velocemente della luce (vedi per esempio l’entanglement quantistico), la spiegazione per lâesperimento di Michelson Morley è che la Terra non si muove. In questo caso v = 0 e noterai che t1 e t2 diventano uguali:
(ciò significa nessun cambiamento nelle frange di interferenza). Questa è lâidea principale: le formule dietro questo esperimento diventano incredibilmente semplici se consideriamo la Terra immobile.
Michele Vassallo è un ingegnere meccanico. Nel 2015, quando scoprÏ il movimento emergente degli American Flat Earthers, si sentÏ stupito e affascinato. Presto si rese conto che la Terra non poteva essere un globo. Nonostante il fatto che gli argomenti venuti alla ribalta fossero e siano ancora incompleti e contengano molti errori, il concetto generale di una terra piatta sembra assolutamente degno di indagine.
Tra le sue migliori scoperte c’è la reintroduzione dell’etere nella fisica della terra piatta e una nuova visione della natura della luce.
Eâ coautore del libro “The real measures of the (flat) Earth” edito da Aracne editore e del blog “rifugiatidipella.com“. Dal 2019 produce materiale video inerente la Terra piatta sul suo canale Youtube âearthmeasuredâ.